Das erste Jahrhundert des Films: 1969 & 1979

Alien (1979) Directed by Ridley Scott Shown: Sigourney Weaver

1969 war aufregend: Nixons Antritt seiner Präsidentschaft, die Mondlandung, die Manson-Morde, Woodstock, die Vietnamkrieg-Proteste. In den US-Kinos starteten Dennis Hoppers Motorradfilm Easy Rider, der mit seiner Thematik der rebellierenden Jugend den Nerv der Zeit traf, und John Schlesingers grandioser Abgesang auf den American Way of Life Midnight Cowboy. Eine weitere filmische Sensation war Z, mit dem Costa-Gavras das Genre des Politthrillers begründete. Derweil gelang Toshio Matsumoto in Japan mit Funeral Parade of Roses ein Queer-Cinema-Klassiker und Ken Loach etablierte sich mit Kes als führende Kraft des britischen Sozialrealismus.

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Perla rara – Ein Interview mit Corinne Siegrist-Oboussier auf Italienisch

Fausto Colombo – in Zürich wohnhafter italienischer Journalist, Fotograf (L’Incertain Regard) und Bartmodel – hat für den Blog Züri-swissness die Leiterin des Filmpodiums, Corinne Siegrist-Oboussier, interviewt. Das Interview auf Italienisch reproduzieren wir hier mit freundlicher Genehmigung des Autors.


Il cinema più iconico di Zurigo compie 70 anni. Lo spazio in stile Bauhaus, già sede dello storico Studio 4, ospita il Filmpodium, singolare mix fra monosala, arthouse e cineteca. Un ibrido cinematografico tutt’ora rispettato, scelto, amato e desiderato. In occasione di questo anniversario più unico che raro, ho incontrato la sua direttrice Corinne Siegrist-Oboussier, paladina di una forma di resistenza culturale sempre più necessaria

Se doveste chiedere agli zurighesi di nominarvi un cinema speciale, qualcuno vi parlerà sicuramente del Filmpodium. La sua sala trapezoidale e asimmetrica, a pochi passi da Paradeplatz, il centro finanziario di Zurigo, è un vero gioiello architettonico. Nei locali che dal 1949 ospitarono lo Studio 4, il Filmpodium mostra da oltre trent’anni serie tematiche, retrospettive di classici, pellicole d’autore e proiezioni di film muti con l’accompagnamento musicale dal vivo. Mantenuto in stile Bauhaus, scuola di architettura, arte e design di cui proprio quest’anno ricorre il centenario, il cinema è stato restaurato con cura nel 2003. Da allora questo spazio, vera perla del paesaggio cinematografico zurighese, vanta 263 comodi posti e una tecnica di proiezione sempre al passo coi tempi. Un cinema che oggi si chiamerebbe “monosala”, per distinguere una specie in via d’estinzione dalle multisale fatte in serie. Un cinema che oggi costituisce una forma di resistenza a un mondo cinematografico seriale, per permettere a tutte le espressioni filmiche di trovare il loro posto e a tutti di goderne a pieno.

A 70 anni dalla nascita di questo spazio, cos’è esattamente Filmpodium nel 2019: una cineteca, un cinema d’essai o una monosala indipendente?

Un po’ di tutto questo. È innanzitutto una cineteca, poiché attraverso la nostraprogrammazione tentiamo di mantenere viva la storia del cinema e farla conoscere anche al giovane pubblico che, per farti un esempio, non ha mai sentito parlare di Francis Ford Coppola (!) a cui abbiamo dedicato in aprile una retrospettiva. Cineteca perché siamo effettivamente proprietari di circa 300 pellicole conservate presso la Cinémathèque Suisse di Losanna, non disponendo di strutture adeguate qui a Zurigo. Filmpodium può definirsi un cinema d’essai in quanto presentiamo non solo nuovi titoli appartenenti a questa categoria ma anche film che ai tempi della loro uscita sarebbero stati senza dubbio classificati in questa categoria. Siamo infine un cinema indipendente poiché non dipendiamo da nessun distributore per la programmazione.

L’entrata del Filmpodium
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Editorial: Wilder Sommer

Some Like It Hot (Billy Wilder, USA 1959)

Billy Wilders Karriere begann in Deutschlands Stummfilmära, führte ihn nach der Machtübernahme der Nazis nach Paris und schliesslich nach Hollywood. Er war einer der zahlreichen deutschen und österreichischen Filmschaffenden, die nach dem Zweiten Weltkrieg auch wieder nach Deutschland zurückkehrten oder zumindest -blickten. Mit 32 Titeln ist die Wilder-Retrospektive, die das Filmpodium diesen Sommer zeigt, umfangreich, aber immer noch nicht ganz adäquat. Dass The Emperor Waltz fehlt, in dem Bing Crosby sich als amerikanischer Grammophon-Vertreter durch die Tiroler Alpen jodelt, ist zu verschmerzen. Es gäbe aber noch viele weitere Frühwerke, bei denen Wilder als Koautor mitgewirkt hat, darunter die pfiffige Kästner-Adaption Emil und die Detektive und die Dreieckskomödie Ein blonder Traum, die wir beide unlängst gezeigt haben, sowie Der Teufelsreporter, den Drehbucherstling des ehemaligen Journalisten Wilder, die muntere Filmoperette Ihre Hoheit befiehlt und das teilweise in der U-Bahn angesiedelte Musical Das Blaue vom Himmel; auf diese kommen wir vielleicht ein andermal zurück.

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Merci, Freddy Buache!

Wäre es nach ihm gegangen, würden Kinosäle nur über eine einzige Sitzreihe verfügen: Freddy Buache (1924–2019) sass immer ganz vorne und schien förmlich in die Leinwand eintauchen zu wollen. Das Kino füllte nicht nur sein Gesichtsfeld aus, sondern sein ganzes Leben. Martin Girod, ehemaliger Koleiter des Filmpodiums, würdigt den jüngst verstorbenen Cinémathèque-Leiter, Kritiker, Festivaldirektor und Filmvermittler.

© Cinémathèque suisse
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